Leggendo le poesie di Nina Nicolai (Mi trovi a casa, Battello Editore, pagg. 245, €18,00), immediatamente salta all’occhio una cosa, che poi altro non è che l’essenza della poesia: ovvero che il pensiero umano è un tessuto di emozioni primitive e fondamentali, e la sua trama precede le strutture grammaticali.
Infatti, oltre i vari aspetti della poesia di Nina Nicolai – evidenziati nella postfazione di Gianluca Paciucci – si è catturati da una scrittura che è un quesito e, nello stesso tempo, la spinta alla sua soluzione. Un quesito creato da un flusso di parole legate da vincoli metaforici o simbolici, accostate, non trattenute da regole o rime, libere dalla punteggiatura, senza metrica, senza titoli – a parte quelli delle quattro raccolte di poesie che formano un arco esistenziale travagliato come travagliata è l’esistenza umana: Volubilità e Ragione, Rischiando solo uno strappo, Mi trovi a casa, Mi preparo a esodi.
Qui può accadere che le regole della grammatica diventino una gabbia senza la quale, però, la poesia non esisterebbe. E non è l’unica feconda contraddizione: accade che, stretto in questa tensione paradossale, il lettore sia costretto a sanare la contraddizione. Co-stretto dal desiderio/necessità di dare senso a quello che legge. E qui la poesia dispiega il suo potere predicativo (e pedagogico) sul mondo e sull’esistenza. Sempre che, dall’altra parte, ci sia un lettore che accetti la sfida di dare senso al mistero profondo del perché e del come si vive e si muore, che si lasci coinvolgere e stimolare nella ricerca.
In questi versi talvolta la sintassi stessa è ambigua, apparentemente caotica: un termine può essere soggetto o complemento oggetto, un aggettivo o un verbo può riferirsi a un termine precedente o successivo o a entrambi. In modo che ogni lettore possa costruire il proprio senso, logico o alogico, e provare a vedere a cosa può corrispondere la risoluzione di quella ambiguità, a orientarsi nel labirinto dell’esistenza e costruire la propria visione del mondo. Fare una scelta oppure accettare la coesistenza di visioni diverse o anche opposte, confidando nella capacità della poesia di trasmettere una quantità di contenuti che sarebbe impossibile trasmettere con i mezzi della struttura linguistica normale.
E normale non vuol dire prosaica. Perché la caratteristica essenziale del verso di Nina Nicolai è quella di essere sostanzialmente e profondamente poetico, nel senso che la parola diventa interrogativo, l’interrogativo diventa indagine sulla realtà e ricerca interiore. Iinterrogativo e ricerca esigono un risultato che diventa nuova acquisizione di significato su quanto si osserva e ci circonda.
Per quanto riguarda i temi della poesia di Nina Nicolai, questi sono espressi in maniera profonda e toccante nelle Due lettere agli amici che suggellano questo romanzo poetico e continuano una robusta trama simbolica e metaforica, tanto che solo alla fine si comprende un’altra verità: che non c’è differenza tra prosa e poesia quando si tratta di fissare gli aspetti essenziali del dolore e della perdita, perché il messaggio è chiaro: La realtà viene col suo vaso di fiori a marcire sul tavolo; siamo in quei petali il riflesso di un cielo terso.
Con le braccia
strette sui fianchi
mi spaventa
la scorciatoia dell’impossibile stare
ferma
una piccola parte
nel dominio dell’aria indaga
come il suo corpo dritto
non trema
calmo
da un braccialetto un rivolo
tintinna al suo distacco
[Nina Nicolai]