Il 23 agosto presso il bar Rex si è svolta conferenza stampa del Coordinamento Nuova Piscina Terapeutica. Ha introdotto Federica Verin, a nome del Coordinamento. Dopo 3 anni di inutili dibattiti e lentezze, il Comune aveva chiesto, in data 29 luglio 2022, un parere al Coordinamento che il 12 agosto ha presentato un progetto dettagliato su come potrà essere la piscina terapeutica. Però almeno altri 3 anni saranno necessari per il completamento dei lavori: in totale, e nel migliore dei casi, Trieste sarà restata senza piscina terapeutica per 6 anni.
Chiare, a nostro parere, le responsabilità della giunta Dipiazza, clamorosamente assente alla conferenza: né il Sindaco, né un solo assessore e nemmeno un/una consigliere comunale).
Nel progetto, tre punti vengono messi in evidenza da Verin:
- 1) piena accessibilità, comfort e sicurezza (necessità di sollevatori, rampe adeguate, scalinate, porte automatiche, piastrelle antisdrucciolo, etc.) e una comunicazione efficace alle/agli utenti (cartelli chiari, etc.);
- 2) ridurre i costi sociali (fruizione attraverso due sistemi, convenzionato e cosiddetto “libero”: la relatrice ha più volte insistito sul mantenimento delle tariffe pre-crollo e pre-pandemia – prezzi calmierati);
- 3) qualità dell’offerta.
A questo proposito il progetto prevede una costruzione di due piani: uno superiore per uffici, palestre e parte ambulatoriale; e un piano terra con piscine e 4 vasche: vasca terapeutica; vasca paralimpica; vasca riabilitativa; vasca per disabilità di tipo neurologico, SLA etc. (molto precisi e appassionati alcuni interventi dal pubblico che hanno portato l’attenzione sui malati fibromialgici e sulla necessità di convenzioni provvisorie, in attesa della ri-costruzione), le prime tre con acqua di mare calda e la quarta con acqua di mare fredda.
Si pensa anche a una zona riposo; a una sala convegni per poter sviluppare la ricerca medico-scientifica. Molto importante l’aver previsto l’inserimento lavorativo di persone con disabilità (non solo borse lavoro, ma assunzioni). Certo, vi è una chiara necessità di investimenti: il Comune ha parlato di 5 milioni, di cui almeno 800.000 se ne andranno subito per l’eliminazione delle macerie. Gli investimenti previsti sono largamente insufficienti.
L’intervento di Riccardo Laterza (unico consigliere comunale presente) di Adesso Trieste, è netto: i soldi ci sono, c’è un avanzo di bilancio in conto capitale assai cospicuo, che può essere investito nella piscina terapeutica (almeno 10 milioni a disposizione). AT condurrà una lotta su questo nella prossima discussione in commissione bilancio.
Rifondazione Comunista, presente alla conferenza, appoggia per intero queste richieste.
Ci sono poi stati molti interventi, tutti molto validi, da cui è emersa una brillante intelligenza politica, oltre a una potente carica umana. Sono presenti anche alcuni imprenditori pronti ad assumersi parte degli oneri di ri-costruzione. Presente anche la dott. Lucia Starace Cattonaro, Presidente del Centro Studi Ceresdonne FVG, in rappresentanza di un folto gruppo di abituali frequentatori dello Stabilimento balneare Ausonia di Trieste e del gruppo chat “Piscina anni 60-70” a cui sono iscritti ex e attuali atleti del nuoto e della pallanuoto di Trieste formatisi nelle fila delle storiche società Edera e Triestina.
La presidente di Ceresdonne ha comunicato il prossimo lancio on line di una Petizione in cui i firmatari chiedono il ripristino della Piscina olimpionica del Bagno Ausonia di Trieste, inagibile dal 2019 a seguito del crollo di una passerella a monte dell’impianto e il rilancio come Centro benessere marittimo dello Stabilimento balneare Ausonia con la riattivazione di tutte le attività di “Spazio Energia vitale” sospese nel periodo pandemico.
Un membro del Coordinamento Nuova Piscina Terapeutica ha infine detto che “non ci sono più alibi per il Comune”. Ottimo, ne siamo convinti anche noi! Lo stesso ha aggiunto che “per fortuna nessuno è morto nel crollo del tetto della piscina, ma molti sono morti dopo, privati di cure salva-vita…” Una denuncia che dovrebbe far tremare di vergogna gli attuali decisori politici.
[Foto Redazione Il Lavoratore]